Sono da poco tornato da un viaggio di lavoro dalla Svezia, dove ho lavorato con treeclimber locali in un bosco di Quercus robur limitrofo ad un area residenziale dove a causa delle nuove costruzioni l’equilibrio idrologico si è alterato, e gli alberi hanno cominciato a risentirne. Infatti alcune porzioni di chioma si sono seccate, e altri alberi sono morti.
Il governo ha così finanziato un progetto di dieci anni per recuperare gli alberi e soprattutto mantenerli in sicurezza, visto che l’area è molto frequentata.
L’intervento mira a eliminare il rischio che i rami secchi possano cadere, accorciandoli e poi scolpendone il taglio imitando una rottura naturale. Questo oltre a rendere l’aspetto del bosco “più naturale” consente ad alcune specie di insetti di trovare legno morto dove completare il loro ciclo biologico. La stessa cosa viene fatta con gli alberi morti, vengono lasciati i tronchi e scolpiti, per garantire ai piccoli mammiferi di trovare ricovero e protezione al loro interno. Anche i rami tagliati vengono lasciati a terra e lasciati decomporre, dai funghi. Tutto questo favorisce la biodiversità e quindi la salute del bosco, che potrà continuare a nutrire gli animali ed i futuri alberi, mantenendo così ricca e viva la risorsa bosco.
Questa esperienza mi ha convinto ancora di più che il compito di un arboricoltore, non è legato a risolvere singoli problemi di singoli alberi, bensì l’arboricoltore deve impegnarsi a valutare la funzione ecologica che ogni albero compie nel suo contesto, e quindi operare con un approccio “olistico” .Anche in città gli alberi hanno l’importante funzione ecologica di permettere la nidificazione degli uccelli e di garantirne la continuità del flusso migratorio. Gli abbattimenti quindi devono essere progettati in epoche stagionali diverse da quelle della nidificazione.
Parlando con alcuni colleghi o amministratori di aree verdi locali, ho incontrato delle resistenze ad accettare, questo di approccio alla cura degli alberi. Io credo che tutto dipende da quanto vogliamo aprire la nostra mente di fronte alle nuove urgenti problematiche, legate al calo della biodiversità.
In poche parole possiamo misurare il livello di salute di un ambiente in funzione di quante specie riesce a sostenere, ogni specie garantisce la vita alle altre, compresa la nostra. Se la cosa non è ancora chiara ricordo ciò che disse Einstein, quando ipotizzò che se le api sparissero dalla faccia della terra anche l’uomo scomparirebbe in soli tre anni.
Detto questo se ne deduce di quanto sia importante che la categoria degli arboricoltori svolga il proprio lavoro tenendo conto di questi importanti elementi ecologici, e al pari della sicurezza e della meccanica si impegnino a individuare l’albero anche e soprattutto all’interno di un ecosistema.