Siamo giunti al secondo appuntamento di questa rubrica dedicata a gli alberi. Gli alberi sono il mio mondo, sono il mio lavoro, sono le colonne sul quale si regge il mio cielo.Toccarli, potarli, curarli mi ha insegnato quanto siano meravigliosi, e ho constato che troppo spesso vengono trattati con superficialità, con tagli eccessivi o provocandogli ferite dettate dalla non curanza e dall’indifferenza di chi opera o vive intorno a loro. Gli alberi di cui mi occupo sono i grandi alberi ornamentali, ma sono molto di più di un ornamento. Credevo che fosse scontato ormai parlare delle proprietà benefiche di questi grandi vegetali, ma i fatti e i comportamenti umani mi hanno fatto ricredere. Ricordiamocelo sempre solo i vegetali producono l’ossigeno che ci consente di respirare,ed ogni albero solo per questo dovrebbe essere considerato letteralmente sacro. Ma oggi gli alberi in città ci servono anche per abbattere lo smog essendo dei veri e propri filtri dell’aria.Gli alberi sono regolatori del clima: ombreggiando l’asfalto diminuiscono l’afa estiva, quando pensiamo all’effetto serra non è a causa solo degli alberi che vengono abbattuti in Amazzonia, ma anche a quelli che vengono fatti sparire qui.
Credo sia molto importante parlare di questo oggi perché in molte parti d’Italia vengono fatti sparire alberi per dare luogo a costruzioni e parcheggi, l’asfalto sta desertificando le nostre città. Dobbiamo assolutamente concederci delle aree verdi. I parchi cittadini non sono da considerarsi una spesa, ma un investimento. I parchi consentono di vivere diminuendo lo stress, la malattia della nostra era. La dove vi sono aree verdi le persone sono più invogliate a far bene ciò che li riguarda e questo è un dato scientifico.Quindi pazientate se la vostra automobile è sporcata dagli essudati delle foglie, imparate ad apprezzare la loro bellezza quando vi parano la visuale del palazzo di fronte o di qualsiasi altro paesaggio, loro stessi sono il paesaggio, non dimenticate che quelle foglie sono metri cubi di ossigeno, diffidate da chi pota gli alberi come attaccapanni, perché quegli alberi non saranno più sani e sicuri come prima. Soluzioni alternative, che conciliano le vostre esigenze e necessità con il rispetto degli alberi, oggi esistono. L’intento di queste parole è quello di entrare in contatto con tutti coloro che credono in questi principi, è quello di ridestarci insieme per recuperare la perduta sacralità degli alberi come era per le antiche culture del passato. Il mio interesse va oltre l’aspetto professionale: lavorare con gli alberi per me è stata una scelta di vita .Sento la necessità di parlarvi, perché si torni a piantare alberi e soprattutto a lasciarli crescere a raggiungere le imponenti dimensioni per cui sono vocati a diventare . E se è vero che sono fonte di preoccupazioni e problemi quando sono troppo vicini alle abitazioni allora concediamogli spazzi per giungere a piena maturazione, cosa più unica che rara. Infatti le piante che vediamo intorno a noi spesso sono solo alberelli, gli alberi, quelli adulti, sono oggi considerati monumenti, rarità. L’albero è un maestro silente, ci insegna la calma, la pace, ci parla con la sola sua presenza di un passato che possiamo toccare.
La temperata luce dei boschi è come un perpetuo mattino è stimolante, eroica. Si insinuano dentro di noi le antiche magie di questi luoghi. I fusti dei pini degli abeti, delle querce, brillano come ferro davanti all’occhio infuocato. E i muti alberi cominciano a persuaderci che meglio sarebbe vivere con loro ed abbandonare questa nostra vita fatta di solenni futilità. R W EMERSON.